Archivi tag: self publishing

La Quadratura del Cerchio: COLLABORAZIONE

A volte osservando o leggendo di quelle fameliche corse fatte da individui che non hanno nessun pudore a sgomitare e sgambettare gli avversari pur di addentare l’osso per primi – e mi riferisco in qualunque settore che sia politico, economico, artistico, sportivo – finisco per chiedermi sempre la stessa cosa: ma collaborare è veramente un’utopia irrealizzabile?

In realtà no!
A volte accade, e nemmeno tanto lontano da noi, ma bisogna volerlo.

Recentemente ho ascoltato una bella storia su questo tema nata da un quesito:
come riuscire ad unire, ad esempio, tutte queste risorse?

– un numero x di persone
– secoli di Storia dell’Arte
– una Casa Editrice
– una piccola Libreria
– una Scuola pubblica dell’infanzia

La soluzione c’è ed è sempre la più semplice: ci si confronta, si focalizza sui bisogni dei singoli soggetti, e si cercano i possibili punti di contatto:

– esistono tante persone che hanno voglia di disegnare, dai bambini, ai semplici amatori che si dilettano per passatempo fino ai professionisti illustratori che con il “disegno” ci lavorano oppure “vorrebbero” farlo.
– un frammento della Storia degli Esseri umani, la Storia dell’Arte appunto,  spesso  rilegata come branca del sapere non strettamente necessaria, soprattutto in Italia, o momentaneamente trascurabile,  …insomma ci si chiede, ma l’Arte è un bene optional oppure può diventare concretamente un momento di crescita collettiva?
– una casa Editrice di libri sull’Arte e una piccolissima Libreria a Milano, come in ogni angolo del pianeta, hanno l’esigenza comune di sopravvivere.
– Una Scuola pubblica ha problemi di budget per sostenere la propria piccola biblioteca scolastica.

Un’idea!
Gli ingredienti sono tutti presenti sul tavolo ed una soluzione, infatti, viene fuori confrontandosi. Si va addirittura oltre, la soluzione ai singoli problemi diventa un gioco collettivo che coinvolge ed appassiona tantissime persone ed allo stesso tempo anche una sorta di format di autosostenibilità economica. Il gioco in questione si chiama  Pippo non lo sa ed è l’iniziativa intrapresa dalla piccola libreria Spazio B**k a Milano.

Una delle titolari della libreria milanese ha recentemente illustrato la sua interessante esperienza all’interno della conferenza sulla Sharing Economy, in calendario per l’evento Nuove Pratiche Fest – Innovazione Culturale tenuta presso i Cantieri Culturali alla Zisa a Palermo il 17 ottobre scorso. Tema attuale quello che vede l’analisi di queste nuove pratiche di  “economia collaborativa” oggetto ancora di una chiara definizione condivisa. Da questa conferenza, inoltre, sono emerse anche varie altre osservazioni sul  crowdfunding, cioè quelle strategie di “finanziamento collettivo” per sostenere attività culturali o imprenditoriali, perplessità su “come gestire al meglio il dopo campagna di raccolta fondi”, o “come continuare a seguire la comunità che si è nel frattempo costruita”, fino alle velature di scetticità di chi vede in queste forme di “aiuto” solo come una declinazione delle vecchie forme di “assistenzialismo”.

Eppure collaborando veramente insieme incastrando ad hoc gli elementi in gioco il cerchio si può chiudere per tutti.

Un’altra esperienza
La prima volta che sul web incontrai l’articolo sul sodalizio nato fra la Biblioteca pubblica di Seattle e Smashwords, la Piattaforma di Distribuzione di eBook Self Publishing fondata da Mark Coker nel 2008, sussultai. In effetti è logico che andasse così, come un gioco di tessere in un puzzle che ridefiniscono l’orizzonte della nuova Era Digitale che ha toccato temi importanti come il ruolo delle Biblioteche all’interno della comunità in linea con la progressiva digitalizzazione del sapere e il futuro dei nuovi autori digitali e il loro rapporto con il tassello finale della filiera: la distribuzione.

Dice infatti Mark Coker:

[…] we realized there was a natural opportunity for libraries to expand their mission, and secure an even more important place in the community by helping to promote a culture of authorship.

We’re now this much closer to closing the loop. A writer can come to the library, ask how to publish a book, get pointed to our publishing portal, publish a book, and then that book can be purchased by the library

Non fermarsi alle paure o apparenze che in prima istanza possono affiorare all’emergere di nuovi scenari è una pratica da coltivare se si intende proseguire lungo il sentiero della storia.
Anche guardarsi faccia a faccia e cooperare è una pratica da rivalutare, non è difficile, basta volerlo!

Angela M. Benivegna

Il gusto sano delle storie “fatte in casa”

Autori aiutano altri autori a mettere in luce quel percorso che esiste e porta, ognuno con le proprie gambe, a prendere per mano quell’idea di racconto addormentata dentro i pensieri quotidiani, nei cassetti o fra le cartelle del proprio computer, per accompagnarla fra le braccia di chi aspetta nel suo immaginario di conoscere giusto quella storia, affezionarsene e magari farla propria.

Di cosa sto parlando? Di Self Publishing naturalmente. Ma non solo.

Non importa quale attimo di vita stiamo percorrendo, infanzia o adulta che sia, c’è sempre bisogno di una storia da ascoltare, che ci catturi l’immaginazione, ci coccoli o ci solletichi la curiosità. I racconti sono anch’essi cibo, fatto di fatti ma senza calorie, si intende, ed è innegabile che ci aiutano a crescere, a conoscere, a vivere, come una bella chiacchierata con una persona.

Perché allora negare un “racconto fatto in casa”?
Rifiutereste una fetta di crostata di mele casereccia? Certo, non tutti sono o saranno nella vita dei Master Chef in Alta Pasticceria, è ovvio, ma qui si tratta sicuramente di roba genuina. Ad ogni passione sincera si dedica tempo, costanza, amore e questo si nota anche se “imperfetta all’occhio”.
Le tecniche per affinare la propria creazione, comunque, si possono imparare, è comunque la “sostanza” che deve prevalere.
Nella metamorfosi che sta investendo il mondo dell’Editoria nell’Era del Digitale il Self Publishing è ormai una realtà da non sottovalutare. Cresce, non ci sono dubbi, anche in Italia.
E’ chiaro infatti, non basta più ai vecchi possessori del mazzo di chiavi per le sospirate porte della Pubblicazione, barricarsi dietro deboli convinzioni come “chi fa da sé è comunque di serie B”, “manca di professionalità” oppure “occorrono barriere per filtrare la qualità”, ecc.
Le carte in gioco in realtà sono altre: gli strumenti di Editing si moltiplicano diventando sempre più semplici da usare per ottenere pubblicazioni di livello professionale anche per chi non mastica software a colazione e proliferano anche e soprattutto le Piattaforme di Distribuzione.
La filiera è ormai completa.
L’Autore adesso può costruire da sé la propria chiave per il fatidico portone, ed ogni palato esigente può trovare la sua giusta ricetta per quando avrà voglia di qualcosa “fuori dagli schemi”, è lo Chef in persona a servirlo.

Nel grande pentolone della rivoluzione digitale in corso ci sono anche altre questioni bollenti che alimentano il caos nel mondo dell’Editoria, come quella che coinvolge i supporti, per esempio…
cosa scegliere? carta stampata o eBook multimediale,
quale standard adottare? PDF o ePub 3.0,
cosa cambierà per chi lavora con i libri o per realtà come Biblioteche e Librerie?
e quale forme prenderà la natura stessa del Raccontare spingendosi sulle potenzialità offerte dai nuovi media digitali? … il caos c’è ma si stanno tracciando i primi sentieri.

Alcuni Editori storceranno ancora il naso sulla validità delle Auto-Pubblicazioni, …figuriamoci poi se vengono pensate direttamente come prodotto digitale! Altri, più lungimiranti, ne cominciano invece ad intravedere le opportunità.[1] Sarà il tempo a dare le risposte.
Ma comunicare è un diritto e l’obiettivo comunque dovrebbe essere abbattere le barriere e non scervellarsi per mettere in piedi: filtri, ostacoli, cavilli, porte da sbattere in faccia o tortuosi labirinti da innaffiare copiosamente nella speranza che proliferino come gramigna.
E’ arrivato il tempo degli Autori Indipendenti? Forse si.
Saranno bravi abbastanza? Lo decideranno i lettori.

Buona lettura!

Angela M. Benivegna