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Libri, TEDx e stelle marine

Nel mondo anglosassone, negli Stati uniti come in Inghilterra, le biblioteche pubbliche spesso hanno numerose dipendenze locali all’interno di una comunità. Le dipendenze hanno un numero ridotto di volumi disponibili, soprattutto di narrativa commerciale, per favorire e diffondere la lettura e l’amore verso la letteratura. Ma sono numerose, e capita spesso che piccole città con una biblioteca centrale non importantissima abbiano fino a venti dipendenze locali, disperse su tutto il territorio comunale. Una presenza capillare. Forse per questo il numero dei lettori in quelle nazioni è molto più elevato che da noi.

Ma la crisi delle biblioteche e della lettura colpisce anche quei paesi, e molte biblioteche rispondono con la chiusura delle dipendenze locali. Altre invece fanno di tutto per salvarle, considerandole centrali per la diffusione del sapere. Perchè chiudere anche solo una o due dipendenze su venticinque può essere devastante.

Il perchè è spiegato da Philip Ardagh con una piccola e gustosa storia, che ho tradotto qui per voi dall’inglese.

” … una vecchia storia (probabilmente in origine da Loren Eiseley) di centinaia di stelle marine spiaggiate per una mareggiata proprio sulla battigia.  Un uomo e il suo cane che passeggiavano di là si imbatterono in una donna intenta a gettarle in mare.  Stupito, le chiese cosa stesse facendo.  ‘Le sto mettendo di nuovo in acqua per salvarle dalla disidratazione,’ spiegò la donna.

 L’uomo rise. ‘Ma che fate?’ chiese. ‘Ci sono così tante stelle marine, non fa alcuna differenza.’

 La donna prese un’altra stella marina e la gettò in mare. ‘Lo faccio per lei,’ rispose.

 Il giorno dopo, quando la donna ritornò sulla spiaggia vide lo stesso uomo, ma questa volta con i suoi figli, e tutti erano intenti a gettare in mare stelle marine. ‘Ciao’, la salutò con un sorriso. ‘Abbiamo pensato di venire e fare la differenza per qualche stella marina in più. ‘ “

Philip Ardagh conclude dicendo che “è ‘più facile salvare una libreria che esiste ancora che cercare di farne risorgere una quando è morta.”  E questo è certamente vero.

Invece a me la storia intriga per un altro motivo: qualunque cosa tu faccia, lo fai un passo alla volta. Non puoi salvare tutte le stelle marine, non puoi entrare nella spiaggia col bulldozer e rigettarle in mare insieme a tonnellate di sabbia. Morirebbero schiacciate. Ogni stella marina si salva se te ne prendi cura, una alla volta. Così come tutti i libri si salvano se li prendi uno alla volta, li leggi uno alla volta, li conservi uno alla volta.

Noi siamo intrisi dal meme della “massa”. Produzione di massa, comunicazione di massa, istruzione di massa, ristorazione di massa, disoccupazione di massa e via così. Deleghiamo alle macchine di costruire una penna alla volta, noi le vediamo solo tutte insieme, non sono più “penne” sono “una scatola con due milioni di penne”. Il mondo invece cambia, o si salva, quando facciamo le cose una alla volta.

La stessa cosa mi è capitata qualche sera fa, quando ho partecipato alla riunione di fondazione del comitato per l’evento TEDx  a Palermo, nel 2015. Il format americano prevede un pubblico massimo di 100 persone, e già in sala ci stavamo scervellando come aggirare quel limite per i più incomprensibile, perchè a noi piacciono i grandi eventi, la folla, la grandezza, la massa. Invece quel marchio rivoluzionario che è TEDx lavora per piccoli numeri, perchè sanno per esperienza che se crei in un giorno cento innovatori sfegatati, fra cinque anni quei 100 produrranno 5000 innovatori sfegatati e 50 aziende che hanno 15000 clienti appassionati, e via così.

Convincere e istruire cento persone già vicine al cambiamento è molto più facile che farlo con uno spettacolo che intrattenga 10.000 persone che hanno altri problemi e che sono lì per divertirsi. Rischi di non produrre alcun effetto.
Perchè devi prenderti cura delle stelle marine, una alla volta. Non puoi usare il bulldozer. Devi chinarti e prenderle con leggerezza, accompagnandole in mare.

Con cura.