bookalive workshop confronto

#BookAlive: Primi risultati del workshop

Il workshop BookAlive che si è tenuto l’11 novembre scorso nella Chiesa di S.Antonio Abate allo Steri, ha raggiunto tutti gli obiettivi desiderati nell’ambito del progetto.

Cercavamo un momento di confronto tra idee e progetti, tra possibili sviluppi e know how di riferimento.

Si confrontavano due gruppi differenti:

  • I protagonisti del progetto Bookalive con 4 dipartimenti universitari e una Biblioteca di ampie dimensioni, localizzata e regionale (Biblioteca Centrale “Bombace” della regione Siciliana); esigenze e obiettivi diversi coagulati da Informamuse Srl, azienda proponente;
  • Klaus Kempf, Direttore della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera, una delle più grandi biblioteche in Europa e una delle più avanzate nel fronte della digitalizzazione dei fondi librari, con vaste esperienze di organizzazione della produzione di file digitali su propri e altrui cataloghi, con collaborazioni di prestigio, come quella con Google.

In numeri, la BSB impressiona: 10 milioni di volumi, di cui 1 milione digitalizzato; 800.000 download/anno; tasso di acquisizione di 140.000 volumi/anno ;740 dipendenti; budget annuo di 47 milioni di euro.

La seduta si è aperta con i saluti di rito, portati da Andrea Cusumano, Assessore Comunale alla Cultura; Giovanni Ruggieri, Delegato dell’Assessore Regionale beni culturali e dell’identità siciliana; Maria Concetta Di Natale Direttore DCS Unipa; Beatrice Pasciuta, Delegata del Direttore DIGISPO Unipa; Laura Auteri Direttore DSU Unipa, Carmelo Sunseri Direttore DICGIM Unipa;  Roberto Rovelli, Presidente del Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA).

I lavori sono stati aperti dalla relazione di Antonio Gentile, responsabile del Progetto Bookalive. Gentile ha illustrato l’idea sottostante al progetto, l’ambito operativo e gli obiettivi da perseguire, focalizzati su due aree principali: gli obiettivi di visibilità e accesso da parte delle Biblioteche e l’uso di oggetti digitali per la migliore diffusione dei risultati della ricerca scientifica in ambiti diversificati.

La relazione di apertura di Kempf è stata vasta, ed ha abbracciato tutti gli aspetti problematici dell’organizzazione e dell’operatività della produzione digitale, partendo da un assunto iniziale e un corollario:

  1.  Nel mondo web, ciò che non è digitale non esiste;
  2. Nel processo di digitalizzazione il termine “archiviazione digitale” significa disponibilità all’accesso 24/7 al bene digitalizzato.

Nel procedere nell’immenso lavoro di digitalizzazione della grande biblioteca, già a disposizione degli utenti a partire dal 2009, la BSB ha dovuto affrontare e risolvere numerosissimi problemi organizzativi, tecnici, finanziari e non ultimi legali. Addirittura quest’ultimo aspetto, compresso tra le esigenze del copyright a numerosi livelli, anche quelli del Creative Commons prodotti dalla stessa Rete, e le esigenze di diritti e riservatezza del know how prodotto in collaborazione con Google e altri soggetti multinazionali, ha assunto proporzioni tanto grandi da diventare sostanzialmente un freno alla digitalizzazione massiva di alcuni fondi librari.

Inoltre, memori dell’esperienza traumatica dell’adozione dello standard a microfilm poi divenuto del tutto obsoleto con la rivoluzione digitale, la Biblioteca di Monaco di Baviera si è premunita identificando un workflow specifico a step successivi che ottimizza le procedure e che può gestirle a tutti i livelli, evitando inutili sovrapposizioni tecnologiche, anche future.

Il progetto BookAlive ha risposto con due approcci differenti, proposti da Francesco Vergara Caffarelli (Direttore Biblioteca Centrale di Palermo) e da Antonino Giuffrida (Dipartimento di Culture e Società di Unipa): non possiamo inseguire il sogno di una digitalizzazione massiva dei nostri patrimoni librari. Ce lo impediscono ragioni organizzative e know-how, le dimensioni fisiche delle strutture disponibili e l’attuale e prospettica carenza di fondi. Ma la strada per uscire dall’impasse è stata segnata dallo stesso legislatore italiano: occorre procedere per passi successivi miranti alla conservazione e alla valorizzazione con tecniche moderne a partire da beni fondanti della cultura locale, che siano di traino per un processo di digitalizzazione progressiva. Per questo Giuffrida propone il testo fondamentale della “messa in scena” del Funerale di Filippo IV a Palermo, testimonianza della volontà politica nel 1666 di eseguire un vero funerale di stato che fosse “Teatro del Mondo”, come si disse nella complessa procedura per l’organizzazione dello stesso, con ampio dispendio di mezzi e uomini nella sua realizzazione. Il testo, completamente digitalizzato dalla Biblioteca Centrale, può agganciare tutti i riferimenti noti nei documenti dell’Archivio di Stato e altre Biblioteche tesi a creare il contesto storico e operativo per la migliore esecuzione di quello che, a quel tempo, doveva essere vissuto come “costitutivo di un Mondo politico ed economico” voluto dai regnanti.

Alla ripresa, dopo pranzo, è intervenuto poi il Magnifico Rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, portando i saluti di tutta la comunità scientifica e valorizzando lo sforzo messo in campo dalla sinergia impresa-università alla base del progetto BookAlive. Il Rettore ha espresso la speranza di una proficua collaborazione tra tutti i partecipanti finalizzata al superamento del digital divide e dell’ingresso dei fondi librari nella nuova dimensione, raccogliendo pieno consenso dai partecipanti.

I successivi interventi dei relatori hanno evidenziato, con numerose proposte, tutti gli aspetti ulteriori rispetto a questo punto di vista, che non vuole essere di diminuzione rispetto all’approccio massivo di realtà come la BSB. Viceversa, si tratta di allargare di fatto la produzione digitale selezionando gli oggetti sulla base di necessità  di studio, di conservazione, di archiviazione e accesso ai contenuti storici, di legame tra questi e altri già disponibili in rete. E’ in questo modo possibile entrare a fare parte di una nuova Rete, che si espande per ondate successive legate all’individuazione e alla digitalizzazione di patrimoni librari successivi, ogni volta valorizzati e raccontati per essere archiviati e renderli pienamente e concretamente disponibili in un’ottica di diffusione della cultura.

Beatrice Pasciuta, DIGISPO Università degli Studi di Palermo, modera la prima sessione pomeridiana e sottolinea che l’approccio digitale è essenziale non solo per la disponibilità di testi unici e antichi per successivi livelli di interventi di studio, ma anche necessario per creare collegamenti virtuali tra testi e contenuti che si allineano in rete verso trattazioni e ricerche con obiettivi diversificati, nell’ambito dello studio della storia del diritto;

Vito Matranga, DSU Università degli Studi di Palermo ha invece esposto l’obiettivo del suo dipartimento di realizzare oggetti digitali che espongano i lunghi anni di ricerca dell’Atlante linguistico Siciliano, sfruttando le doti multimediali degli oggetti narrativi digitali per esporre le correlazioni spaziali dell’archivio delle parlate siciliane.

Michela Cigola, Università degli Studi di Cassino, ha parlato del suo ruolo di valutatore per conto del Miur all’interno del Bando PONREC nell’ambito del quale è nato il progetto BookAlive, una delle 18 proposte scelte fra le 88 presentate sulla Linea 2. Per lei è stata un’esperienza di vita coincidente con il suo grande interesse ed amore verso le Biblioteche e il loro ruolo.

Emanuele Conte, Università degli Studi di Roma Tre, ha focalizzato le problematiche dei fondi librari dipartimentali e universitari nel complesso universo delle disponibilità dell’Università oggi, focalizzando una proposta per il superamento delle problematiche del copyright e dei diritti editoriali, che finiscono col rappresentare una palla al piede alla compiuta futura disponibilità digitale dei contenuti;

Dopo la breve pausa caffè, modera la successiva sessione Antonio Gentile e gli interventi programmati continuano con Denise Gargano, Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”, che ha esposto le numerose problematiche della struttura cui appartiene focalizzando difficoltà, attese e speranze nella partecipazione al progetto Bookalive, menzionando il progetto della Biblioteca Digitale Siciliana

Valentina Favarò, DCS Università degli Studi di Palermo, ha sottolineato le problematiche intrinseche di un dipartimento universitario e dei fondi librari a disposizione ad aprirsi alle nuove prospettive, pregne di aspettative ma anche decisive nell’organizzazione dei lavori;

Annalisa D’Ascenzo, Università degli Studi di Roma Tre ha portato il punto di vista degli studiosi di cartografia antica, oggetto particolarmente ostico, in questo momento, nella prospettiva digitale, a motivo della difficoltà dei metadati di affastellare informazioni su oggetti fisici che lo stesso media digitale non è ancora in grado di gestire compiutamente;

Arturo Gallia, Università degli Studi di Roma Tre, ha esposto le altre difficoltà dei cartografi, oggettive e congruenti, in cui spesso la dimensione e la realtà stessa dei reperti da digitalizzare e la necessità quindi di un approccio scientifico ma dotato di mezzi tecnici coerenti;

Fabio Cusimano, Officina di Studi Medievali, ha portato un excursus della prospettiva digitale, in cui la gestione dei metadati e dei motori di ricerca all’interno del mare dei content è essenziale per la proficua azione di tutti gli attori in gioco.

Chiude gli interventi Antonio Massara, InformAmuse S.r.l., che ha tentato di risalire l’albero progettuale passando dal come, oggetto del workshop, al fondamentale cosa e perchè, riprendendo una sorta di keyword che ha aleggiato nel workshop, “venirne fuori” e concretizzando quest’immagine nella fotografia di una trincea della prima guerra mondiale. La domanda fondamentale del pubblico è verso l’identità storica e sociale  e le biblioteche (e i suoi uomini) sono decisive per soddisfare questo fabbisogno.

In buona sostanza, si tratta di abbandonare l’inutile inseguimento di chi è partito prima e sta facendo un ottimo lavoro. Inutile lamentare la miopia della riduzione dei fondi destinati ai beni culturali e alle Biblioteche.  Al contrario, occorre approfittare pienamente dell’esperienza altrui e usarla a proprio vantaggio, per scopi più limitati in dimensione ma molto più diretti alla diffusione culturale, compatibilmente con le risorse a disposizione.

Questo punto di vista è anch’esso ottimale secondo le strategie più accettate nell’ambito del mondo digitale. In questo pare funzionare bene la cosiddetta Long Tail, la Curva Coda Lunga, che dimostra il valore nel tempo di oggetti e contenuti più vari per un numero elevatissimo di soggetti fisici con interessi diversi. Il web contiene tutto e mette tutto a disposizione, la vecchia filosofia della produzione di massa, della cultura di massa, è obnubilata dall’enorme numero di nicchie, tutte ugualmente rappresentate in rete, tutte perfettamente vive. Se questo approccio dovesse rivelarsi oggettivamente funzionante anche nel futuro, come sembra esserlo oggi, allora la numerosità delle nicchie culturali e dei loro oggetti digitali andrà a valere tanto quanto la disponibilità massiva di contenuti culturali disponibili.

E in questo quadro, qualunque sforzo teso all’accesso di contenuti culturali, grande o piccolo che sia, ha e avrà pari dignità e funzione essenziale per la diffusione della cultura identitaria di una varietà di culture umane, finalità ultima del ruolo della biblioteca e di tutti coloro che conservano e rendono disponibili le radici letterarie, storiche e scientifiche delle nostre culture, per definizione tutte locali.

Il confronto quindi è stato proficuo. Possiamo uscire dalla trincea e metterci al lavoro, sicuri di trovare appoggio e collaborazione presso chi ha affrontato numerosi problemi prima di noi, per poterci dedicare in modo più focalizzato e selezionato a compiti ulteriori e locali, non meno importanti per chi, in loco ma anche nel web, ricerca e ricercherà contenuti e beni culturali riferiti alla Sicilia.

Grazie a tutti, dunque, Istituzioni, relatori e pubblico partecipante. Buon lavoro, #BookAlive!

Antonio Massara