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Morto il libro, viva il libro

Scrivere un libro, leggere un libro, rilegare un libro, schedare un libro: un verbo e una parola; un’azione collegata ad un oggetto costituito da pagine di carta dove sono impresse parole, pensieri, riflessioni. Il libro è uno strumento essenziale per la costruzione di una civiltà e di una società ma, è anche il risultato di una innovazione tecnologia: l’uso dei caratteri mobili e del torchio da stampa. Nuova tecnologia con la quale si supera la grave crisi nella quale versava la civiltà del manoscritto. La copiatura dei testi effettuata dagli amanuensi, nonostante la razionalizzazione del lavoro e la moltiplicazione degli scribi, non riesce a far fronte alle sempre più pressanti richieste di un mercato che ha esigenze sempre più incalzanti di disporre dei testi necessari per costruire l’uomo del Rinascimento. La riproduzione meccanica sblocca questo mercato permettendo di ricopiare rapidamente e, in maniera uniforme, lo stesso testo comprimendo i costi e moltiplicando in modo esponenziale il numero delle copie da immettere nel mercato. Il manoscritto combatte la sua battaglia prima di morire: libri e manoscritti convivono sullo stesso scaffale, rilegati nello stesso modo, contengono in molti casi gli stessi testi ma, nel giro di pochi anni, il libro cannibalizzerà il manoscritto. Le pagine dei manoscritti serviranno per avvolgere i pesci al mercato e le pergamene dei codici saranno utilizzate come copertine per rilegare i libri.

Il libro da questo momento inizierà il suo percorso rafforzando in modo progressivo anche la sua presenza quantitativa sul mercato attraverso canali di penetrazione commerciale sempre più articolati e specializzati che confluiranno nella bottega del libraio. Un mercato che diventa sempre più articolato in quanto il libro serve a trasmettere non solo i pensieri ma, anche, le immagini (incisioni), oppure la musica grazie agli spartiti e le note musicali.

In questi anni stiamo vivendo una nuova rivoluzione tecnologica che sta trasformando radicalmente i processi di comunicazione legati all’uso della carta stampata. Si sta ripetendo, sotto forme nuove, il conflitto che ha visto contrapposti alcuni secoli fa il libro e il manoscritto. Il libro stampato sul supporto cartaceo resiste all’attacco sferrato dalla editoria immateriale che utilizza i supporti informatici e si diffonde utilizzando la rete internet, ma arretra inesorabilmente sotto il duplice attacco della digitalizzazione e della diffusione dei nuovi formati di lettura elettronica come il Pdf o gli ebook.

Il progetto BookAlive (rinascita del libro) mira proprio a verificare con specifiche sperimentazioni quali percorsi deve seguire la dematerializzazione del libro e come costruire qualcosa che non sia una riproduzione della pagina a stampa su supporto informatico come avviene quando si utilizza il formato pdf con il quale ci si limita a riprodurre digitalmente una pagina dell’oggetto libro, pensato e realizzato per il supporto cartaceo. Un passaggio che non deve sorprendere in quanto già vissuto nella transizione dal manoscritto al volume riprodotto con i caratteri mobili. Per fare accettare il nuovo oggetto bisogna che il modello grafico adottato si possa identificare con quello del codice manoscritto. Successivamente il libro vivrà di vita propria ma bisogna che passi il tempo e che si metabolizzino le potenzialità offerte dal nuovo strumento.

In questa prospettiva il nostro gruppo di lavoro ha scelto di effettuare una sperimentazione su un volume del ‘600, scelto di concerto con la Biblioteca centrale della Regione siciliana, dedicato al cerimoniale con il quale si sono celebrate le esequie del re Filippo IV. Si sta lavorando a costruire un modello che permetta di effettuare una lettura non già di un testo, digitalizzato come se fosse un’anastatica, bensì di una complessa struttura dove immagini, testo, suoni e commenti permettano di superare la lettura dei caratteri per proiettarsi in un nuovo modo di usare un oggetto che per comodità continuiamo a chiamare libro.
Morto il libro viva il libro: in realtà il libro non muore ma, come la fenice risorge sempre dal rogo sacrificale in una nuova forma.

Antonino Giuffrida