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“Solennità lugubri e liete”, introduzione al testo del ‘600 sul funerale di Filippo IV

Ospitiamo qui con piacere l’articolo della Dott.ssa Valeria Patti sul volume seicentesco che tratta delle Solennità al Funerale di Filippo IV a Palermo, di cui ha parlato nella sua presentazione il Prof. Ninni Giuffrida. 

 

Immaginiamo un libro.

La nostra facoltà immaginativa, quella cioè che ci permette di richiamare immagini alla mente, elabora un oggetto, una forma più o meno semplice composta da una copertina e delle pagine bianche rilegate, contenenti parole e immagini. Il libro viene, cosi, codificato come simbolo; potremmo descriverlo senza averne mai visto uno.

E se il libro, durante il suo “cammino evolutivo”, perdesse queste caratteristiche? Diverrebbe forse altro?

Si tratta di una domanda retorica giacché ne conosciamo la risposta. Il libro cambia aspetto, reagisce agli stimoli e sopravvive. Sarà in grado, in sostanza, di uscire incolume dalle sfide tecnologiche imposte dal nostro tempo.

Immaginiamo allora un libro diverso.

Prendiamo quella forma “semplice” e, senza rinunciare alla sua essenza, aggiungiamo l’innovazione. Un esercizio mentale per nulla facile che tuttavia lascia spazio a genuini spunti di riflessione per lo studio e la realizzazione di un modello sperimentale.

L’intento, sembra doveroso spiegare, è quello di realizzare un prodotto multimediale (con estensione ePub) che sappia dare risposte adeguate al tema della conservazione/fruizione dei testi dematerializzati e contestualmente innestare in essi una maggiore interattività.

Il “soggetto-cavia” che abbiamo scelto per questa sperimentazione è un testo del 1666 che ben si presta allo scopo, conservato fisicamente presso la biblioteca centrale della regione Sicilia.

Come si può facilmente dedurre, non si tratta di un esemplare unico nel suo genere, anzi è possibile consultarlo tra i testi digitali della “famiglia” Google. Ciò che può sembrare a prima vista un aspetto negativo, la mancanza di unicità, permette invece di evidenziare, anche se in minima parte, lo stato dell’arte.

Il colosso americano, pioniere in questo settore, predilige la messa online dei testi come singole immagini alle quali associa, in alcuni casi, del testo editabile e un menù di navigazione del libro; il tutto scaricabile in formato PDF questo modello, per quanto possa sembrare funzionale, non è applicabile a un libro a stampa seicentesco. L’automazione che sta alla base della lettura delle immagini mediante software OCR, e che ne permette una veloce estrazione del testo, è incompatibile con i caratteri/font dell’epoca; sarebbe come voler sottoporre la grafia umana ad un lettore OCR. Google in ultima analisi è interessata ad un’acquisizione di tipo quantitativo dei testi, approccio che a lungo termine costringe, inevitabilmente, a tralasciarne l’aspetto qualitativo.

Per quanto riguarda la conservazione dei testi, il tema è largamente dibattuto, le biblioteche di tutto il mondo stanno elaborando sistemi sempre più sofisticati per la catalogazione dei testi dematerializzati, per non incorrere un domani nella perdita di questo patrimonio librario, circostanza che, qualora dovesse sopraggiungere, sarebbe da paragonare a ciò che fu, per l’epoca, il disfacimento della biblioteca Alessandrina.

Facendo tesoro di queste importanti esperienze, abbiamo, tuttavia, immaginato per il nostro libro un approccio diametralmente diverso.

Quello che segue non vuole certamente esaurire tutte le problematiche che ci siamo posti; siamo in una prima fase sperimentale, pertanto, possiamo offrire solo alcune riflessioni nate dal confronto tra la disciplina informatica e quella umanistica, impegnate nella composizione del nuovo “oggetto”.

Entrambe le anime del progetto hanno messo sul tavolo da lavoro delle proposte, legate alle specifiche competenze, che hanno come fine ultimo quello di sfruttare la tecnologia per ampliare le potenzialità sostanziali di una fonte scritta, trattandosi, nel nostro caso, di un libro antico; questo, come già detto, offre un caso studio interessante da cui è possibile ottenere una versione “2.0” della fonte.

Cerchiamo di spiegare come.

L’opera, Solennità lugubri e liete in nome della fedelissima Sicilia nella felice e primaria citta di Palermo, descrive l’apparato cerimoniale messo in piedi a Palermo nel 1666 per la morte del sovrano Filippo IV di Spagna con l’intento di tramandarne la memoria. Con le dovute proporzioni, potremmo azzardare, che lo scopo fosse di offrire al lettore una forma ante litteram di realtà aumentata. Alcune parti del testo sono, infatti, volutamente evocative permettendo al lettore di ricavarne, se pur artificiosamente, una percezione “ipermediale”.

Oggi, attraverso il formato ePub 3.0, è possibile rendere reale tale artificiosa percezione, attraverso l’inserimento di video, audio e animazioni.

C’è dell’altro. Facendo una ricerca su internet è possibile rilevare che esistono, sull’argomento, altri testi coevi, scritti e stampati in altre città, non solo d’Italia ma anche d’Europa. Se poi consideriamo anche le fonti conservate negli archivi, redatti affinché potessero essere funzionali alla celebrazione dei funerali di Filippo IV, avremo un quadro d’insieme piuttosto complesso. Auspichiamo di poter rendere, tra di loro, permeabili queste fonti, mettendole tutte in relazione, all’interno dello stesso eBook, agevolando in tal modo, soprattutto, chi non ha grande dimestichezza nell’utilizzare tali fonti.

Il libro che abbiamo immaginato, dunque, non è immobile; privato della sua staticità, si anima al suo interno e spinge, contemporaneamente, il lettore verso l’esterno. Nonostante ciò, resta un prodotto che possiamo con certezza chiamare, ancora, libro.

Valeria Patti