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Bibliografia Palermitana del ‘600

Venerdì scorso (12.12) alla Biblioteca Centrale di Palermo è stato presentato il volume “Bibliografia delle edizioni palermitane antiche BEPA II. Edizioni del XVII secolo”, curato da Carlo Pastena, Angela Anselmo e Maria Carmela Zimmardi.

Si tratta del catalogo di tutte le pubblicazioni note stampate a Palermo nel corso di un secolo, un lavoro di grosse dimensioni a beneficio degli studiosi e della ricerca storica del periodo ponendo in essere una pietra miliare nella catalogazione delle pubblicazioni localiedito dalla stessa Biblioteca. La Bibliografia registra  3155 edizioni edite da 30 tipografi tutti palermitani,  di argomento vario, come testimonia l’annessa mostra sulla tipografia e sull’attività editoriale di epoca barocca di cui speriamo di parlare presto, in un altro articolo dedicato all’argomento.

Nel frattempo la corposa pubblicazione, in edizione digitale è disponibile QUI

Il Direttore della Biblioteca Centrale, Dott. Vergara Caffarelli, ha presentato la pubblicazione compiendo un’escursus degli obiettivi e degli intendimenti della Biblioteca per il futuro, che riteniamo importante per il progetto BookAlive, e che riportiamo quindi qui di seguito per cenni, sperando di essere quanto più possibile aderenti al suo pensiero.

 convegno biblioteca centrale palermo

Innanzitutto, il Dott. Vergara pone l’accento sul fatto che pubblicazioni come quella della “Bibliografia” sono frutto dello sforzo di una Biblioteca come la Centrale, in assenza di un qualsiasi altro soggetto che possa interessarsene, con grave danno della capacità degli studiosi di avere riferimenti per la consultazione storica e scientifica. Un effetto di quel carattere barbaro dei tempi su cui il Dott. Vergara non ha voluto porre ulteriormente l’accento. Molto più importante il fatto che la Biblioteca Centrale abbia voluto, compiendo uno sforzo non indifferente, produrre la versione a stampa oltre a quella digitale. Perchè non c’è dubbio che se il digitale è il futuro per il ruolo tipico della Biblioteca Pubblica, è anche vero che l’edizione a stampa di volumi preziosi per l’argomento, lo studio e la ricerca, rimane essenziale per la consultazione. Perchè la stampa offre l’opportunità di avere sott’occhio l’ampiezza dell’argomento trattato, potendosi valutare un periodo storico e le sue produzioni editoriali secondo diverse dimensioni, cosa impossibile o estremamente ardua con un’edizione digitale.

Lo strumento digitale tuttavia, prosegue il Dott. Vergara, è comunque il futuro, e per questo motivo è intenzione della Biblioteca Centrale dedicarsi alla realizzazione di un obiettivo vasto e ambizioso e tuttavia imprescindibile: la creazione di una  Biblioteca Digitale Siciliana . Perchè se è vero, come consta a tutti coloro che si interessano di bibliografia digitale, che questa è costituita più da un “arcipelago digitale da navigare” piuttosto che da un unico corpus librario digitale a livello europeo o mondiale, allora la Biblioteca Digitale Siciliana può ben contribuire alla numerosità e profondità di questo arcipelago di “teche” librarie digitali, offrendo la specificità tipica locale, nell’evolversi della sua storia.

Nello studiare mezzi e metodi per arrivare a quest’obiettivo, è importante non focalizzarsi su un’attività massiva di digitalizzazione, ma procedere per percorsi e scelte che avranno l’impronta delle persone che vi si dedicheranno e che condurranno il lavoro analitico.

Per questo abbiamo discusso, continua il Dott. Vergara,  con Klaus Kempf della Bayerische Staatsbiblioteche di Monaco di Baviera, incontrato di recente al Workshop BookAlive, progetto cui la Biblioteca Centrale partecipa nell’ambito del suo obiettivo, chiedendoci quale possa considerarsi la massa critica, cioè il volume di testi da digitalizzare affinche la “teca” siciliana digitale possa emergere a pieno titolo nell’arcipelago del “sapere digitale”, determinando che probabilmente un catalogo con 15.000 titoli disponibili potrebbe contribuire all’emersione dei 140 anni di storia, lo stesso intervallo temporale che ci separa da Alessio Narbone, gesuita e uno dei primi Direttori della Biblioteca Centrale, attento studioso e innovatore della materia bibliografica, promotore di una “griglia sistematica”  che curiosamente potrebbe ben figurare nella catalogazione digitale adottata in futuro.

Facciamo i migliori auguri alla Biblioteca e al suo Direttore di ben proseguire nell’obiettivo delineato, che è perfettamente in linea con quelli del Progetto BookAlive, all’interno dei quali Informamuse e la stessa Biblioteca collaborano.