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Un funerale senza feretro

Tutta la storia del libro sul Funerale di Filippo IV di cui ci stiamo occupando è ricca di consistenti sorprese.

La prima, apparentemente banale, è che manca il feretro.

Nell’incisione  della processione che illustra il libro non c’è nessuna bara, neanche vuota.
Ma allora, se non c’è il morto, chi si accompagna?
Nessuno, è una processione per farsi vedere.

Tutti sapranno di essere lì per commemorare un illustre defunto, un Re, il Re Pianeta, come fu chiamato, un Imperatore Mondiale.

Retrato_de_Felipe_IV,_by_Diego_Velázquez (1)

Ma siccome in realtà lui è già morto parecchio tempo prima ed è stato inumato nel famosissimo e lontanissimo Escorial, il funerale di Palermo è teatro dell’assurdo. Oppure semplice comunicazione promozionale della struttura del potere.
Ed è proprio quello che fu: teatro della politica, rappresentazione del potere, festa popolare per dire addio ad un Re lontano e salutare quello che viene, è già venuto, è già sul trono. Dobbiamo fargli sapere che il suo popolo lo ama (e in primo luogo i suoi delegati).

Noi che siamo cittadini del XXI secolo possiamo sorridere beffardi al pensiero di un funerale in cui non c’è il morto, ma allora non c’era Internet, nè la radio e neppure la televisione. Esistevano i libri a stampa dalla metà del ‘400 ma chi li leggeva? Quasi nessuno.

Una notizia come la morte del Re si diffondeva rapida, passando di bocca in bocca, ma lasciava un vuoto: che è successo? Adesso, che succederà?

L’ultima domanda è la più grave per un amministratore locale del potere: il popolo non deve chiedersi cosa succederà perchè sarebbe pericoloso. Specie in province come quella siciliana, sempre infestate da moti e rivoluzioni, la percezione di un potere amministrativo e militare debole poteva essere causa di effetti devastanti. Il popolo invece deve sapere che non accadrà nulla. E lo deve sapere presto e nel modo più convincente possibile.

E come farlo se non con un bellissimo funerale che celebra il defunto, lo esalta, lo sublima come se fosse già ospite del paradiso, e nello stesso tempo annuncia il nuovo Re già insediato?

Carlos_II_por_Juan_Carreño_de_Miranda (1)
La situazione doveva essere precaria.
Perchè mentre Filippo IV giaceva nella tomba monumentale dell’Escorial, a Palermo dovevano circolare le voci sulla salute cagionevole di Carlo, suo unico figlio maschio di appena quattro anni. Di lui si diceva (è lecito immaginarlo) che fosse perennemente in bilico tra la vita e la morte, che fosse tanto minorato da non aver nemmeno imparato a parlare e che la reggenza sarebbe stata assunta dalla famosa Regina Maria Anna D’Asburgo, madre naturale del piccolo Carlo.

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C’erano quindi tutte le possibili premesse perchè nelle lontane province dell’Impero si avessero timori circa una lunga fase di sangunose lotte per la successione. Cosa quindi meglio di una bella festa che consolidasse nella visione popolare il potere locale, legittimato e sostenuto da quello, distante e invisibile di un re infante e di sua madre?
E’ quello che si fece. Con grande profusione di uomini e mezzi.

Ed è quello che cercheremo di raccontare.