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La Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”

Ospitiamo con piacere l’intervento della Dott.ssa Stefania Gialdroni sulla Biblioteca del Senato della Repubblica e sul Fondo Cortese

La città di Roma vanta notoriamente un patrimonio librario che per varietà e antichità non ha eguali nel mondo. Una parte consistente dei libri antichi che costituiscono tale patrimonio è però – per evidenti ragioni di preservazione ma anche a causa di lacune organizzative – accessibile solamente ad una ristretta cerchia di specialisti dei vari settori disciplinari. Pur nel contesto di una tale abbondanza di fondi, la Biblioteca del Senato della Repubblica rappresenta un’eccezione e un’eccellenza da svariati punti di vista: la ricchezza del patrimonio (700.000 volumi, circa 3.000 periodici e 600 giornali italiani e stranieri, la più importante raccolta di Statuti di Comuni e Corporazioni dal Medioevo all’Età contemporanea, antiche edizioni di testi romanistici e canonistici, inclusi manoscritti, incunaboli e cinquecentine, etc. ), l’accessibilità (la biblioteca è aperta al pubblico ed è ubicata nel cuore della città, a pochi passi dal Pantheon) e, non da ultimo, la specializzazione. Insieme alla Biblioteca della Camera dei Deputati, con la quale condivide il Catalogo del Polo bibliotecario parlamentare (accessibile online), la Biblioteca Giovanni Spadolini è infatti il luogo privilegiato nel quale reperire testi relativi all’attività del Parlamento (legislazione, atti parlamentari, regolamenti, etc.) e alla storia giuridico-politica italiana e internazionale.  Soprattutto però, dopo la recente acquisizione del Fondo Cortese, la Biblioteca del Senato può essere considerata come “depositaria del più completo sistema di fonti del diritto per la storia italiana tardo medievale e moderna”, un luogo unico nel quale studiare la storia giuridica italiana ed europea, dal diritto statutario locale, alla legislazione delle signorie e degli antichi stati, alle fonti del diritto comune.

La biblioteca, fondata nel 1848 e originariamente  ubicata nella sede torinese del Senato (Palazzo Madama), porta oggi il nome del Senatore Giovanni Spadolini, sotto la cui presidenza, nel 1991, il Senato acquisì l’attuale sede, il cinquecentesco Palazzo della Minerva, aperto al pubblico dal giugno del 2003.

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Sala dei Periodici della Biblioteca del Senato

Il patrimonio storico-giuridico della Biblioteca del Senato: il Fondo Cortese

 La Biblioteca del Senato ha ricevuto, nel corso dei decenni, importanti donazioni  (le più recenti sono quelle dei Fondi Zaslavsky e D’Onofrio), grazie alle quali si è consolidato il duplice carattere del suo patrimonio: biblioteca parlamentare specializzata e luogo di elezione per la ricerca storica (anche locale), storico-giuridica e politica. Dopo l’acquisizione delle biblioteche personali di Alessandro D’Ancona (1914), Alessandro Chiappelli (1934) e Amintore Fanfani (1999), nel 2000 sono entrate a far parte del patrimonio della Biblioteca del Senato 364 opere di diritto romano e canonico (secc. XVI-XIX) appartenute al celebre giurista Filippo Vassalli. Tale donazione ha segnato un nuovo corso nelle politiche di sviluppo della biblioteca, orientate da quel momento anche verso le fonti del diritto comune.  Una tendenza recentemente confermata dall’acquisizione, tra il 2005 e il 2010, del Fondo Cortese, la biblioteca  personale del Prof. Ennio Cortese, emerito di Storia del diritto italiano dell’Università “La Sapienza” di Roma, da lui generosamente donata (puoi leggere l’intervista del prof. Cortese in occasione della pubblicazione del primo volume del Catalogo del Fondo).  Il Fondo, collocato nella “Sala Cortese”, una grande sala di consultazione al primo piano della biblioteca, consta di una sezione antica – circa 1.000 opere di diritto comune edite tra il XV e il XIX secolo, per un totale di quasi 2.000 volumi – e di una moderna, che comprende più di 5.000 opere di argomento giuridico e storico-giuridico, sia italiane che straniere. Il Catalogo del Polo bibliotecario parlamentare include il patrimonio del Fondo Cortese ma per una descrizione più dettagliata delle opere è oggi disponibile il primo volume del Catalogo del Fondo Ennio Cortese: manoscritti, incunaboli e cinquecentine (a cura di A. Casamassima, Firenze 2012), mentre il secondo volume (opere dei secoli XVII-XIX) è attualmente in preparazione.

Questo patrimonio di testi di argomento storico-giuridico unico per qualità, complessità e antichità è oggi riservato a chi può recarsi personalmente presso la Biblioteca del Senato. Le moderne tecniche di digitalizzazione potrebbero rendere davvero accessibile, senza che si pongano problemi relativi al deterioramento di preziosi testi antichi, questa vera e propria “miniera” della cultura storico-giuridica europea a cui tutti dovrebbero poter attingere.

 I Libri di Minerva, un video che ci accompagna alla Biblioteca “Giovanni Spadolini”, buona visione e buona lettura.