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Biblioteche e social network

Nel report della ALA (The American Library Association) circa l’uso dei Social Network da parte delle Biblioteche Pubbliche, l’analisi ha rivelato che nel 2012 le varie piattaforme in Rete si sono dimostrate utili non solo a promuovere la disponibilità di edizioni on line ma anche per la  costituzione di una relazione di fiducia con gli utenti.

Anche negli USA, il massimo finora attuato in termini di uso dei SN consista nel:

  • promuovere eventi e contenuti on line;
  • proporre link ai contenuti via via messi in Rete;
  • ricevere feedback dal pubblico sulle iniziative della Biblioteca.

Si potrebbe dire che sia ancora poco, anzi, pochissimo. Ma non la pensiamo così. Si tratta dei primi esperimenti, condotti più che altro come “prove” e decisioni talvolta estemporanee con cui questi enti cominciano a misurarsi con una realtà completamente nuova, selezionando nel tempo una serie di obiettivi successivi.

La domanda è: il Social network serve ad una Biblioteca? Una biblioteca pubblica dovrebbe avere una pagina Facebook? E se si, perché e come e per fare cosa?

Sembrano domande banali, ma in verità non lo sono affatto perché non conta tanto la risposta (che d’istinto si vuole positiva) quanto il come queste scelte incidono sull’operatività, le scelte sui contenuti e in definitiva la personalità delle biblioteche che ne risulta e il loro rapporto con il pubblico.

Di solito si considera il problema dal punto di vista della capacità promozionale del Social Network per il soggetto che lo utilizza. E’ un approccio attivo, che associa il ruolo del Social Network a quello dei vecchi media televisivi e a stampa. Purtroppo, o per fortuna, la dinamica del fenomeno è completamente diversa. Se quindi la risposta alle domande è affermativa PERCHE’ si vuol fare promozione, allora cominciano i problemi.

I Social Network (SN) non sono luoghi privilegiati di comunicazione ma di CONDIVISIONE e CONVERSAZIONE. Noi condividiamo informazioni e storie ai nostri contatti e amici, un elenco impressionante e sempre aggiornato di eventi, idee, sentimenti e immagini della nostra vita che inseriamo in quella grande piazza locale della rete affinché tutti vedano quel che sentiamo/vediamo/emozioniamo.

Quando una Biblioteca Pubblica apre un profilo sui SN, comincia ad allargare i componenti delle sue cerchie allo scopo di essere presente nel flusso delle condivisioni dei soggetti “fisici”, ma non ha un corrispettivo feedback, cioè non riceve una cronologia di ritorno. E’ una sorta di comunicazione “a senso unico” come appunto quella della televisione. Ed è appunto del tutto asimmetrica rispetto al vero valore dei SN nella vita dei suoi componenti. E’ difficile instaurare una conversazione vera, anche se si dovesse arrivare ad organizzare un vero e proprio staff che si occupa della conversazione.

In secondo luogo occorre focalizzarsi sul CONTENUTO della conversazione. Se è ovvio che una Biblioteca non posterà foto di gattini (a meno che non si tratti di statue egizie di dee gatto o immagini litografiche sulla classificazione felina) è d’altra parte vero che lo “status” della Biblioteca nei SN si costituirà solo se i contenuti e le loro condivisioni saranno in linea con gli obiettivi della comunicazione voluti e le aspettative dei follower. Mentre il primo aspetto dovrebbe essere attentamente pianificato da parte della Direzione (e di questo parleremo dopo) è altrettanto giusto parametrarsi a quello che i follower si aspettano che una biblioteca dovrebbe fare per me che spesso è del tutto diverso da quello che si aspetta la Direzione della Biblioteca.

Proviamo quindi qui di seguito a delineare le possibili aspettative dei potenziali follower:

  • identità culturale
  • disponibilità facilitata di contenuti on line, off line, digitali e cartacei;
  • proposizione di contenuti elaborati dalla stessa biblioteca
  • servizi rapidi di ricerca e reperibilità degli oggetti
  • sale lettura comode, accoglienti e connesse ad internet
  • prestito, consegna e ritiro a domicilio dei volumi richiesti

Di contro l’offerta attuale riguarda:

  • tradizionale offerta di sale lettura e degli oggetti conservati nella biblioteca
  • disponibilità limitata di contenuti digitali offerti su piattaforme dalle capacità varie;
  • promozione di eventi e manifestazioni “one shot”

E’ evidente che, se l’elenco delle aspettative è legittimo, c’è un gap tanto vasto che si potrebbe pensare di gettare la spugna e rimandare il problema a data da destinarsi. E sarebbe un errore, poiché nelle dinamiche della rete è insito invece il processo di step by step che arricchisce la relazione e la conversazione che si instaura nei SN.

Quindi il problema si sposta ulteriormente al che fare concretamente. La risposta dovrebbe essere articolata e orientata a:

  • proposizione di eventi identitaria e culturali;
  • riproposizione di servizi possibili e incrementabili;
  • conversazione.

Il terzo aspetto è decisivo nel lungo periodo, ed è quello che andrebbe impostato per primo. E’ infatti dall’esercizio costante della conversazione che scaturiranno problemi e loro soluzioni, proposte e loro feedback con la popolazione dei follower.

Come fare?

La proposta di base considera l’apertura di una sorta di “ufficio relazioni esterne” via SN che sia capace (e libero) di instaurare conversazioni sulla base delle attività della biblioteca verso il pubblico, convergendo l’attenzione del gruppo di follower.

Per farlo occorre:

  • la configurazione di una vera identità da proporre;
  • la redazione di un programma editoriale che comprenda eventi e contenuti da proporre;
  • uno staff per la realizzazione del precedente e capace di interloquire stabilmente con le richieste dei follower.

Sono certamente impegni importanti per una Biblioteca. Non soltanto dal punto di vista delle risorse da impiegare ma soprattutto per l’approccio diametralmente opposto a quello attuale. In questo momento l’approccio è rivolto alla conservazione e alla messa a disposizione locale delle risorse culturali; l’appoccio dello Staff SN di una biblioteca dovrebbe essere quello di “gestire un’esplosione controllata” dei contenuti culturali e identitari di una Biblioteca.

Un approccio su cui avremo bisogno di riflettere attentamente.