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L’Uomo di Marte

Il secondo post di Francesco Paolo Trapani, dottore commercialista e revisore legale con specifica esperienza in gestione di progetti di investimento assistiti, per approfondire il tema del sostegno alla attività produttive con suggerimenti operativi piuttosto che teorici. I Co.Co.Pro e il precariato intellettuale.

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Sono un appassionato di fantascienza, lo ammetto. Film e romanzi di fantascienza esercitano su di me un fascino irresistibile. Un po’ me ne vergogno ma tant’è…

Ho appena finito di leggere un romanzo di Andy Weir dal titolo “L’Uomo di Marte”. Al di la del romanzo, comunque ben scritto ed appassionante, mi ha colpito il titolo: l’Uomo di Marte. Un uomo completamente avulso ed estraneo al contesto nel quale si trova. Beh, mi ricorda decisamente qualcuno.

L’atteggiamento con il quale reagisco a certe vicissitudini locali non è più di disincanto ma di totale straniamento; proprio non riesco a comprenderle.

Nell’oramai lontano 2010, ebbi la sventura di leggere, in anteprima, le modifiche apportate dal Dirigente del Servizio “Innovazione e Ricerca” del tempo ad un bando della Regione Sicilia, destinato ad incentivare la Ricerca e lo Sviluppo. Il funzionario intendeva, con tale atto amministrativo, semplificare le procedure di accesso ai fondi, da Ella reputate eccessivamente articolate e complesse, quantomeno in alcuni punti. Sono assolutamente convinto della buona fede della persona. Non credo ci fossero particolari interessi, strategie e/o retro pensieri. Solo, tutto sommato, la buona volontà di un “public servant”.

Risultato?

A tutt’oggi esistono ben due bandi regionali destinati a stimolare la ricerca e lo sviluppo nelle imprese che, esplicitamente, incentivano il precariato intellettuale. Uno degli “effetti collaterali” del processo semplificativo è stato, infatti, l’imposizione di un limite all’uso di risorse interne da parte delle imprese beneficiarie sino al raggiungimento di un valore pari al 30% rispetto all’investimento complessivo.

In altre parole, se, ad esempio, l’investimento in R&S è stimato in 100 mila €, non sono considerati ammissibili costi del personale interno per importi superiori a 30 mila €. E se la Ricerca è particolarmente complessa e genera un fabbisogno, in termini di risorse umane, superiore al 30%?

Si usano i CoCoPro.

Usare i CoCoPro?!? Per Ricerca e Sviluppo? L’Uomo di Marte non riesce a capire.

Perché devo usare i precari per attività qualificate e qualificanti come la Ricerca? Perché non posso usare il personale già qualificato? E se il progetto è totalmente immateriale? Se una software house intende partecipare al bando come fa? Il costo principale è quello delle risorse umane! A questo punto licenzia ed assume CoCoPro!!!

Ma quello che proprio risulta incomprensibile all’Uomo di Marte è l’atteggiamento degli attori locali. Nessun lamento, nessuna obiezione. Università, Enti di Ricerca, Associazioni Datoriali, hanno “digerito” la vicenda senza un sussulto; la politica, d’altro canto, non si è neanche sforzata di comprendere.

Com’è possibile che, nel secondo decennio del ventunesimo secolo, esistano ancora strumenti di sostegno al precariato intellettuale? Com’è possibile che nessuno abbia compreso la portata, in termini di politica industriale di un simile provvedimento?

L’Uomo di Marte, pur non comprendendo, è portato a fare una preoccupante ipotesi:

Non capiscono.

Semplicemente non ci sono sufficienti persone capaci di leggere gli indirizzi politici e trasferirli in atti amministrativi tali da adeguarsi alle condizioni di contesto; ed è questo il principale problema che affligge, a parere di chi scrive, l’Amministrazione Regionale.

La scrittura delle regole amministrative (Bandi Pubblici di accesso ai Fondi Strutturali) non è governata a livello centrale ma è lasciata ai singoli dipartimenti ed assessorati e, non sempre chi scrive le regole è sufficientemente competente in materia.

La causa della mancata spesa dei Fondi Strutturali non è politica (o quantomeno solo politica) ma è tecnico amministrativa. I Bandi sono scritti male. Non riescono ad interpretare e gestire le peculiarità locali e le situazioni economico sociali contingenti ed, a volte, sono, il risultato di un maldestro copia ed incolla

La presenza di validi funzionari animati da grande buona volontà da sola non basta. Un Dirigente non può, da solo, scrivere un Bando. Sono necessarie competenze multidisciplinari che, probabilmente, una singola persona non ha.

Basterebbe poco.

Concentrare la redazione fisica dei Bandi presso un ufficio del Dipartimento Regionale alla Programmazione fortemente interconnesso con gli attori dello sviluppo locale e le università.

Poco, pochissimo, ma nessuno fa, nessuno dice, nessuno sembra lamentarsi.

Perché?

E che ne so?

Io sono di Marte.

(Contatta Francesco per email)