Libro storico Ludwig Salvator d'Asburgo

Il senso del tatto in una mostra: impossibile?

Nei musei e nelle mostre a tema il senso del tatto è relegato al biglietto d’ingresso, purtroppo.

Eppure è uno dei sensi più utili alla conoscenza e al ricordo delle esperienze, e sarebbe estremamente utile da utilizzare in occasione di mostre ed esposizioni, ma per ragioni ovvie è impossibile. Vige l’obbligatoria regola del “si guarda ma non si tocca.”

Come avvicinare il pubblico agli oggetti e alla cultura in esposizione utilizzando il senso del tatto?

Cominciamo dal fatto che, tranne in casi particolari, non si può davvero fare in concreto e in assoluto. Abbiamo provato ad immaginare che, nel caso di esposizioni di libri in pergamena, sarebbe possibile realizzare ex novo della pergamena in folio, opportunamente trattata, per esporla liberamente al senso del tatto dei visitatori. Ma abbiamo scartato l’idea: in un periodo invernale significherebbe far esplodere la pandemia di influenza.

Tuttavia ci sono modi, se volete “artistici”, di indurre il senso del tatto attraverso altri sensi, in particolare la vista. Nell’ambito della ricerca per Bookalive abbiamo fatto un esperimento. La domanda era: come fare indurre il senso del tatto sulla carta stampata attraverso la vista?

Abbiamo subito scartato l’idea dello “sfoglio” delle pagine in digitale su un grande schermo orizzontale. In questo caso infatti si utilizza il tatto per l’interazione digitale con il prodotto, e ciò distrae immediatamente: quel che si tocca è invariabilmente un vetro freddo, assai distante dalla trama calda della carta, a maggior ragione della pergamena. Qualunque artifizio visivo digitale per indurre il senso del tatto su un dispositivo digitale a vetro freddo sarebbe distratto dall’effettiva interazione dei polpastrelli col vetro.

Abbiamo quindi provato con alcuni esperimenti di macrofotografia. L’obiettivo era di fare “vedere” la microstruttura a rilievo della parte stampata di una pagina suscitando il senso del rilievo tattile.

Abbiamo provato con un volume su cui stavamo compiendo delle ricerche, stampato alla fine del 1800 su grandi pagine di ottima carta pesante, molto liscia. Questi sono alcuni primi risultati, incoraggianti, che fanno intravedere la potenzialità della tecnica.

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©antonio massara ; 2.2.2015 - 3  --2

©antonio massara ; 2.2.2015 - 4  --16

In sede di ripresa non abbiamo potuto avere un controllo efficace della luce per fattori ambientali e di tempo, ma siamo sicuri che i risultati potranno solo migliorare quando avremo più tempo e più spazio per poterci dedicare alla sperimentazione.

Il secondo esempio di “induzione tattile della vista” è quello che vi proponiamo.

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Sono modelli in scala ridotta di navi passeggeri dei primi dell’800 realizzato per conto di una compagnia di navigazione e mostrato nella esposizione “La Grande Trieste” di cui abbiamo trattato in precedenza. In questo caso si tratta di un oggetto di grandi dimensioni, che colto visivamente nella sua interezza viene decodificato come un’immagine. Tuttavia è forte l’impulso ad avvicinarsi alla teca di vetro per vedere da vicino i dettagli dell’oggetto, che sono straordinari, tutto merito dei superbi artigiani che l’hanno costruito in passato. I dettagli sono tanto minuti e tanto perfetti nella replica del vero da indurre al “ trasfert narrativo”, tipico dei diaporama di una volta, cioè la presa di visione in prima persona.

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Si finisce con l’immaginarsi di vagare sui ponti della nave come facevano i passeggeri di una volta. Non solo. La vicinanza al dettaglio ci sembra induca anche la sensazione tattile di poter toccare il modello, come se fosse davanti a noi senza la teca, perchè ne vediamo i dettagli tridimensionali, i colori leggermente scrostati dal tempo, la minuscola polvere che lo ricopre. La tridimensionalità dell’oggetto e l’illuminazione fa il resto.

In definitiva quindi si può tentare di ovviare all’impossibilità dell’uso del tatto in una mostra con degli espedienti che “avvicinino”, o che addirittura “entri dentro” agli oggetti e alle storie. L’esplorazione del dettaglio, della struttura visiva e del loro trasformarsi col gioco della luce cambia l’esperienza avvicinandola a quella del tatto, che tanto ci aiuta a conoscere e ricordare.