antonio massara

Convergenza e nuove realtà per le Biblioteche.

La rivoluzione digitale dalla fine del secolo scorso ha portato fino ad oggi numerosi cambiamenti che tutti conosciamo molto bene: i computer e la Rete. Solo da quattro anni però sono stati introdotti i più sofisticati dispositivi mobili, gli smartphone e i tablet. E’ troppo poco tempo, e tutto si sta evolvendo in modo caotico.
La rivoluzione è cominciata e continua con la voce, con lo smartphone. Ma le più giovani generazioni hanno capito che usare la voce è dispendioso in tempo e denaro: le chiacchiere e il gossip diventano testi narrativi e colloquiali che viaggiano per sms, mail, skype e whatsapp. Le giovani generazioni scrivono e leggono, più che parlare.

Informamuse Srl è nata in questo clima, con l’obiettivo di porsi nella confluenza tra cultura, tecnologia e società. Era uno dei pallini di Steve Jobs, fondatore e anima di Apple per tanti anni.

Quando si è presentata l’occasione di sviluppare per il MIUR un progetto di convergenza cultura-innovazione, nuotavamo nel nostro mondo e abbiamo pensato ad un progetto che coinvolgesse le istituzioni che più sono interessate dalla rivoluzione digitale: le biblioteche.

Gli editori e le librerie soffrivano già prima e adesso sono prossime al collasso, ma purtroppo il cambio del modello di business è tale che o decidono di stravolgere il loro punto di vista (molto difficile) o sono destinate a vivere una lunga crisi fino alla definitiva trasformazione.

Le biblioteche, non essendo soggetti che operano a fini di lucro, soffriranno invece per l’assenza di interesse, che sarà più acuto man mano che il processo di digitalizzazione delle risorse cartacee andrà avanti. E’ un pò come il cane che si morde la coda: se la biblioteca vuole innovare deve farsi digitale e man mano che diventa digitale perde di interesse per una visita e una consultazione fisica su carta. Noi di Informamuse siamo convinti che un patrimonio librario così sconfinato non possa essere solo destinato alla digitalizzazione. Ci sono numerosi aspetti del ruolo di una Biblioteca che attengono alla vita culturale locale e che saranno sempre importantissimi: la Biblioteca fisica permarrà.

Tutto ciò attiene al ruolo futuro delle biblioteche, ma siccome del futuro possiamo avere molte visioni, narrative o tecniche, ma pur sempre discutibili, si può agire subito per “aprire luoghi e libri alla vita, anche alla nuova vita digitale”.

Nuova vita per i libri: BookAlive. Progetto che Informamuse intende sviluppare per realizzare un prodotto-servizio da proporre e vendere in giro per il mondo, alle biblioteche di tutto il pianeta. Un progetto ambizioso, che prende spunto da tre fatti fondamentali:

- Conservazione e digitalizzazione progressiva;

- Proposizione culturale innovativa delle storie su supporto fisico o digitale (o entrambi) con l’utilizzo di strumenti classici e innovativi;

- Sostenibilità economica.

Le tre condizioni sono interconnesse: non si può fare proposizione se non si ha una base di archivio fisico e digitale, e non si può avere sostenibilità senza atti di proposizione attiva del ruolo della biblioteca nel contesto sociale ed economico della città.

BookAlive è quindi un progetto per un prodotto-servizio, un sistema integrato PER e CON le biblioteche, al fine di vitalizzarne il ruolo futuro, soprattutto in questo periodo turbolento di conversione di supporto da analogico a digitale.  Si tratta di aiutare questa istituzione a proporsi, aprendosi e illuminando le proprie attività e il proprio patrimonio culturale, in modo attivo, nel nuovo mondo.

Il fine ultimo è quello di vedere aumentate le visite, fisiche e virtuali; rendere attuale la Biblioteca come centro del Sapere, come è stata e sempre sarà, anche in questo momento di estremo caos dovuto al cambiamento. Un luogo di sapere e di cultura, aperto a tutti, indifferente (nel suo ruolo) al tipo di supporto in cui sono presenti le sue opere (papiri, pergamene, carta, film o registrazioni digitali). Un luogo anche virtuale, quindi, ma con preciso riferimento alla “Torre del sapere” che custodisce da secoli e che rappresenta la memoria, e quindi la cultura, di questo popolo.

Antonio Massara